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Updated: Mar 31, 2018

Abbiamo intervistato il trio che ha composto la sigla di Bergamo Scienza.

Siamo anche riusciti a farci svelare qualcosa sul loro prossimo album...



IJ: Iniziamo con una presentazione dei membri del trio? Ci dite magari da quanto tempo suonate e come vi siete avvicinati al Jazz?


Mentre un cane si avvicina e prende confidenza, prende la parola il pianista Cristian Carissimi. “Io ho iniziato a suonare in 3° elementare: i miei genitori mi avevano iscritto ad una scuola di basket ma ogni mercoledì (il giorno dell'allenamento) stavo misteriosamente male. Con molta saggezza quindi i miei genitori hanno intuito che il basket non era propriamente la mia strada e hanno preferito dirottarmi su un’altra strada.

Ho iniziato quindi nella scuola di musica civica del mio paese , le mie prime lezioni di pianoforte. Sono stato contattato da Michele, quando ancora non suonavo jazz, per un progetto swing e da lì è iniziata la nostra collaborazione .Correva l'anno 2010. Il progetto swing comprendeva un organico molto ampio: un gruppo di 7 elementi. Partendo da cover abbiamo poco alla volta introdotto brani di nostra creazione.

Lo stimolo è venuto da un concorso in cui ci era stato richiesto di mettere in musica alcune poesie composti da carcerati. Questo nostro primo impegno nel creare una melodia ed effettuare un arrangiamento ci ha portati a vincere il concorso, esibirci in carcere, ma soprattutto ha fatto scattare quella scintilla creativa che ci ha spinto a creare pezzi propri.

Da li a poco è partito un progetto parallelo alla swing band : abbiamo quindi formato questo trio. Conoscendoci già il nostro metodo di lavoro era ben collaudato , nasci quindi nel 2013 il CMC Trio”.

Si presenta ora Michele Consonni, batterista: “Attualmente sto completando i miei studi in chimica farmaceutica. Ho avuto ben chiaro fin da subito che volevo suonare batteria: ho quindi iniziato a 9 anni con delle lezioni private affiliate con la banda locale.

Alle scuole medie, il mio insegnante di musica mi aveva consigliato un docente di batteria di stampo jazzistico (Stefano Bertoli) e risale a quel periodo quindi il mio primo incontro con la musica jazz. Dopo aver conosciuto Alessandro nella banda abbiamo fondato insieme la Zinger Swing Band di cui ha già raccontato Cristian.

Come moltissimi batteristi ho avuto un breve trascorso in una band punk rock e in quel caso riuscivamo a suscitare interesse anche in un’utenza femminile…

Dopo questa battuta entra in scena Alessandro Marzetti: “Già, attualmente ricordiamo che la nostra utenza è composta essenzialmente da uomini soli”.


Alessandro nel trio suona la tromba ed il flicorno, e dopo aver riso alla spiegazione relativa alla loro utenza, lo invitamo a presentarsi (nel frattempo Michele si lascia intenerire dal cane che ,dopo averci tenuto compagnia durante l’intervista si presta ad alcuni selfie)

“Ho iniziato a suonare alle medie come tutti i trombettisti: per motivi tecnici non è possibile avvicinarsi al mondo della tromba prima di quell'età, e da li a poco sono andato a suonare in banda dove ho avuto l’opportunità di apprezzare ciò che la musica regala. In banda ho quindi conosciuto Michele ed il resto è storia già nota."


IJ:La sigla di Bergamo Scienza?Ci raccontate lo storia che c'è dietro?


CMC: Diciamo che è stata una cosa del tutto estemporanea: siamo stati contattati solo tre settimane prima del festival da un organizzatore.

L’idea di base era quella di suonare la sigla dal vivo, ed abbiamo accettato a patto di poter comporre una una sigla nuova.

E' stato un brano realizzato su commissione ma sopratutto con tempistiche molto ristrette. La soddisfazione nel eseguirla live al teatro Donizetti ci ha ripagato ampiamente da questo sforzo.

IJ:Chi compone i brani?


CMC : Ciascuno di noi ha il suo spazio di competenza : chi nella composizione, chi nella promozione delle date,e chi nella compilazione del borderò SIAE.


IJ:Ci presentate il vostro primo EP ,intitolato "Canovacci" ? Tra le cinque tracce che avete proposto nel album ci descrivete qualche brano?


CMC: innanzitutto dobbiamo dire che il titolo del EP “Canovacci” è stato deciso dal letterato del gruppo. (Alessandro)

Alessandro :” Ha a che fare con un topos di modestie. Con questo titolo definiamo le nostre composizioni dei canovacci, termine che nella nostra terra indica lo strofinaccio: qualcosa di molto umile. Al contempo il termine canovacci è un supporto che aiuta l'attore nell'improvvisazione.

Cristian: “Io scelgo di descrivere aurea mediocritas . Vale la pena di ascoltarlo perchè nei live lo suoniamo raramente: è un brano particolarmente impegnativo (300 di metronomo) e dura solo due minuti. Ad ogni live ci guardiamo e ci diciamo "ma davvero dobbiamo fare tutto questo per solo 2 minuti di repertorio?" e rimandiamo sempre l'esecuzione al live successivo. Questo è uno dei brani che ha ricevuto più apprezzamenti (anche da parte di Trovesi). Tra l'altro il nome mediocritas ha fatto si che questo brano fosse collocato proprio a metà del disco.

Michele:”Io scelgo Brighella , brano di cui ho dato l'incipit e proposto la traccia primordiale. Ricordo inoltre che tra poco uscirà l’album nuovo”


IJ:Qualche anticipazione? Almeno il titolo?

CMC : Il nuovo album si chiamerà “terremerse” e ti diremo di più : possiamo anche anticipare il nome di alcuni brani.


scirocco per la tosse – dalle sonorità Balcaniche meridiani tangenti - rappresenta un po’ tutto il globo terrestre cadavere esquisito - strizza l’occhio al rnb vanagloria - possiamo facilmente associarlo al rock britannico mentre l'ultima traccia è una cover dalle sonorità orientali.


Siccome siamo stati definiti più volte come autori di world music abbiamo deciso di calcare un poco la mano su questa definizione sdoganandola. Se il primo EP era di impronta letteraria questo potremmo definirlo geografico.


Qui un video live registrato nello studio Loft-1





Updated: Mar 29, 2018

Intervista con la cantante Veronica Sbergia


Siamo stati ad Ardesio, in un piccolo paesino nella provincia di Bergamo.

La neve circonda lo studio Reparto Elettroacustica, dove Diego Bergamini ci accoglie 

calorosamente (e vista la temperatura esterna la cosa ci fa molto piacere).

Incontriamo Veronica Sbergia, ospite in alcuni brani nell'album di debutto dei Melonious Thonk.


Veronica, originaria di Bergamo, vive a Milano dove collabora da ormai alcuni anni con il suo compagno Max de Bernardi. Il loro interessantissimo progetto di country blues e ragtime lo potete trovare nei link a fine intervista.


IJ:Veronica, iniziamo con una domanda semplice: Sei per strada, vedi una tartaruga. La tartaruga è girata sul guscio e tu non la aiuti. Perchè?


VS:Ma come non la aiuto? Perchè non dovrei aiutare una povera tartaruga? (la sua faccia esprime sincera compassione, possiamo dire che ha passato il primo test..) IJ:Ok, abbiamo constatato che non sei una replicante ma la vera Veronica Sbergia. Vero, ci fai una brevissima introduzione su di te? Il nostro pubblico conosce bene la scena Jazz mentre la tua pagina di wikipedia richiama molto di piu' il Blues. Come hai iniziato e quale è il tuo rapporto con il jazz?


Dopo una brevissima invettiva contro la sua pagina di Wikipedia di cui ignora l'autore e mette seriamente in dubbio la veridicità dei dati riportati (si sta forse riferendo alla sua età? NDI ) Veronica inizia a raccontarci di come si è avvicinata alla musica


VS:"Ho iniziato a cantare da giovanissima e mi sono subito lanciata in svariati generi musicali . Sai quando sei alla ricerca del tuo stile e non sai bene dove orientarti... quindi dopo essere passata dalla musica italiana , il folk irlandese, il rock indipendente, inizio a cantare blues e musica nera intorno ai 19 anni pur avendo un background di ascolti di questo genere musicale sin da piccola: sono cresciuta fortunatamente in una famiglia dove si ascoltava sempre tanto jazz e tanto blues.

Da li, spostandomi in varie formazioni,ho sempre gravitato intorno alla musica americana.

Non posso definirmi una cantante jazz al 100%, forse perchè ho degli standard talmente elevati per ritenermi della categoria, ma amo moltissimo cantare il jazz, specialmente quello tradizionale cantato dalle grandi voci come Ella Fitzgerald e Billie Holiday.

IJ: Abbiamo notato che nel tuo cantato ti concentri molto sulla pronuncia inglese. Quanto la repuuti importante e qual'è il tuo rapporto con questa lingua.E nel panorama anglofono, sei piu' attratta dagli USA o UK?


VS:Ho iniziato a studiare l'inglese sin da piccola: ascoltando i dischi cercavo di capire cosa volessero dire le canzoni che mi piacevano, mi arrangiavo un po come potevo, allora senza internet i testi delle canzoni non erano facilmente reperibili. Mi toccava capirli da sola ascoltandoli 450 volte! ( e ride)

Ho da subito quindi intuito l'importanta della lingua inglese e ho deciso che avrei dovuto impossessarmene piu velocemente possibile. L'ho studiato a scuola (ricordiamo che Veronica ha frequentato un liceo anche a formazione linguistica) Fortunatamente, ho un orecchio allenato, forse perché questa cosa di imitare i suoni fin da piccola mi ha facilitato molto. Successivamente ho iniziato a suonare con il mio compagno all'estero ,anche negli Stati Uniti, e quindi abbiamo avuto modo di confrontarci sempre di più' con la lingua inglese. In America abbiamo avuto modo di lavorare molto sull'aspetto della pronuncia. Per quanto riguarda invece l'ultima parte della domanda, mi reputo piu' vicina all'inglese Americano che rientra di più' nelle sonorità che sono solita a cantare.


IJ:Tra le varie tournee che hai fatto ci racconti un aneddoto divertente? Una situazione assurda?


VS:Eh si, situazioni curiose ci sono capitate numerose volte. In particolare ricordo che ad un concerto in Francia , in un piccolo paesino della Normadia , verso la fine una persona del pubblico ci ha richiesto una canzone. Sfortunatamente quella canzone non faceva parte del nostro repertorio , ma la cosa non ha scoraggiato l'ascoltatore che si è messo a cantare la canzone a Max ed a me per farci capire cosa avremmo dovuto fare.


IJ:Ah,quindi vi ha insegnato la canzone seduta stante? VS:Si, ha cercato di spiegarcela.. IJ:E l'avete poi eseguita? VS:Assolutamente no, l'abbiamo cacciato poi in malo modo dal palcoscenico , anche perchè quella sera era girate parecchie birre in quel locale...

IJ:Chi è Max? Come lo descriveresti in 3 aggettivi? E se si può dire... il suo nomignolo?

VS:Max de Bernardi è uno straordinario chitarrista, sbilanciandomi un poco ritengo anche che sia tra i migliori in italia nel suo genere musicale. Ha anche l'estrema fortuna di essere mio compagno da molti anni.

Per descriverlo in tre aggettivi direi... Pragmatico , talentuosissimo .... e selettivo. IJ:E il nomignolo?

VS: "Berny" : quelli piu intimi non posso rivelarli!


IJ:Totti ha dichiarato che se non fosse diventato un calciatore sarebbe diventato un benzinaio. E tu?cosa saresti diventata?


VS:Vorrei poter dire che avrei fatto qualunque cosa per diventare musicista, perchè per me non esiste cosa piu' bella di quella che sto facendo ora. In un modo senza musica invece probabilmente avrei fatto l'erborista...


IJ-che musica c'è nella tua playlist?


Ascolto tanta musica degli anni 70, 60, 50 e 40.. e sono poco aggiornata sulla musica contemporanea. Quindi citerei uno dei miei gruppi favoriti : gli "Who", poi  tanto blues, county blues e moltissime cantanti.


IJ:Concludiamo con un aspirazione musicale. Con chi vorresti duettare ma non sei ancora riuscita?


Mi piacerebbe tantissimo suonare con Memphis Minnie, purtroppo è morta ma rimane una delle mie artiste icona. Tra gli uomini invece mi piacerebbe duettare con Jimmy Le Noir.


Link per maggiori informazioni

Sito web di Max de Bernardi e Veronica Sbergia

http://

Sito del Melonius Thonk , nel cui prossimo album ha partecipato anche Veronica come ospite

Sito dello studio Reparto Elettroacustica di Ardesio (BG)

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